domenica 25 agosto 2013

'6 Una Winx', Mimmo Parisi e i cartoon.

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Mimmo Parisi presenta “6 Una Winx”, l’autore di  “Quando Non 6 Totti O Ligabue” e di altri brani di cantautorato rock, questa volta si cimenta con l’ambiente cartoon.
Ecco la cover di '6 Una Winx'
Bella e piacevole chiacchierata quella che abbiamo avuto modo di fare pochi giorni fa con Mimmo Parisi. Un'intervista a 360 gradi, dove abbiamo parlato di una marea di cose, delle sue belle esperienze passate e di quelle che verranno, si spera, in futuro.


Ciao Mimmo, anzitutto piacere di conoscerti, a me fa piacere poterti intervistare

Il piacere è tutto mio, grazie.

Dunque, per incominciare direi che la cultura e segnatamente la scrittura di canzoni contraddistingue la tua carriera umana e artistica. Ci puoi dare qualche dettaglio, qualche anticipazione su possibili evoluzioni?

La sorpresa più grande credo sarebbe fare insieme rock e immagini. Una cosa particolare. Ci sarebbero dei momenti in cui sul palco interagirebbero artisti col pennello e artisti con la penna… per la chitarra!: che gran concerto sarebbe!. Devo dire che sarebbe molto scenografico perché il connubio tra me e le loro immagini, i loro personaggi e le loro coreografie mostrerebbe come alla fin fine cambiano i modi ma i risultati sarebbero sempre quelli di ‘parlare’ col pubbico. Poi a un un certo punto il concerto dovrebbe virare verso l’unplugged.


E a proposito di novità, Mimmo, ho trovato che, rispetto al passato recente, “6 Una Winx” conceda più spazio a un target molto giovanile, pur rimanendo 100% “Mimmo Parisi style”. Cosa è cambiato?

La cosa è complicata e semplice nello stesso tempo. Tutti pensano che sia facile fare musica internazionale in Italia ma non è affatto così, così come non è per niente scontato fare musica che non rompa le scatole con i problemi da caso umano che molti piaggiati nel mondo dellla musica si trascinano dietro. Mettere insieme parole e musica non può essere solo taumaturgico per chi lo fa. Deve essere, questo miscuglio, un pacchetto leggero e di spessore nello stesso tempo, altrimenti si rischia di appesantire la vita di chi ascolta! Quindi belle melodie e capacità di dire qualcosa senza tediare.

Ovviamente ho già ascoltato “6 Una Winx”. Devo segnalare che è un brano veramente ben riuscito. C’è connessione con i precedenti lavori o che altro? Ad esempio come si colloca con “Quando Non 6 Totti O Ligabue”...!

Le mie pubblicazioni sono un’esigenza. In linea di massima i miei brani funzionano senza una pausa, come se ci fosse una congiunzione senza soluzione di continuità con i miei tanti lavori che circolano in rete, come per l’appunto “Quando Non 6 Totti O Ligabue”. Probabilmente la gente si chiede il perché uno si metta lì delle ore a scrivere, però fa parte della mia personalità avere questi spunti fuori dagli schemi del marketing. Le mie canzoni bussano alla porta e pretendono di farsi ascoltare, in primis ovviamente da me, ma ne vado anche fiero:  è un’attitudine sana nei confronti della musica e nella voglia di fare dell’arte, che oggi manca.

Finché l’etichetta non si mette di mezzo chiaramente...

L’etichetta in questi casi ci guadagna, avere un disco attaccato all’altro è avere un mercato sempre in movimento. Ovviamente scherzo, lo sai che sono un cane sciolto e che non ho una distribuzione e promozione ordinaria. Per adesso bisogna che mi limiti alla pubblicazione digitale senza grossi battage pubblicitarie. Tuttavia non mi lamento affatto: non prendo la chitarra e non spiego l’ugola al vento per fare quattrini. Oddio… se venissero saprei come investirli, ma sono il mio ultimo pensiero. Almeno adesso posso dire che non mi deprimo pensando che so, ad esempio che ho venduto meno dischi per l’andamento del mercato odierno o per chissà quale altro recondito motivo, no no, questi problemi io non li ho. La mia mente è già avanti, lungimirante: pensa che sono già curioso di capire cosa succederà col prossimo disco.

Significa che il prossimo sarà un disco heavy metal...


Non lo so, magari invece il prossimo sarà un disco completamente unplugged, non mi piace essere così scontato (ride, ndg).

Mimmo Parisi, ho una domanda un po’ provocatoria:

Dimmi dimmi, tanto sono abituato...

Il brano “Quando Non 6 Totti O Ligabue” (invito i lettori che non l’hanno ascoltato a dargli attenzione per capire di cosa stiamo parlando, ndg), è un autobiografico?

Si, per certi versi. È autobiografico perché mi sento spesso come un immigrato senza possibilità di farsi intendere, perché mi sento come se fossi in un limbo, in una sala d’attesa (e qui Mimmo comincia a cantare alcuni versi del brano, ndg). Ritengo sia una situazione molto comune all’uomo di oggi, ma io la vivo in maniera abbastanza pesante questa storia che nessuno ti voglia dare una chance, mi è venuta naturale scriverla.


Se guardi indietro, c’è qualcosa di cui ti penti, qualcosa che ti fa dire “questa me la potevo risparmiare”? Magari qualcosa che ancora nessuno sa...

Mah, non sono ancora arrivato a quel punto. Sono convinto che non sia ancora arrivato il mio momento, sono convinto che debba dare ancora il meglio di me stesso, ed è un buon atteggiamento verso il futuro. Di conseguenza non riesco a recriminare sul passato, sicuramente un giorno lo farò ma non è questo il momento.

Anche perché il passato ti ha condotto fino a dove sei oggi...

Esatto, anche perché poi tutto si evolve in maniera naturale, non avrei mai immaginato anni fa di conservare questa grinta che non accenna a dileguarsi come fumo dal camino, anzi è sempre lì che, come un puma dark, sembra che non ci sia ma è semplicemente nascosta dalla notte ventosa e di pece. John Lennon diceva “
noi siamo quello che ci succede quando siamo impegnati a fare tutt’altro”, non aveva tutti i torti e io ci aggiungo che noi siamo anche ciò che succede agli altri, ad esempio, vedi una ragazza da capogiro e pensi che non ce la farai mai a conoscerla e cosa ti capita? Te la trovi dirimpettaia il giorno dopo. Sicuramente non è già fatta, tuttavia vuoi mettere che ce l’hai a portata di programmi di corteggiamento e non in uno sperduto villaggio della Terra del Fuoco?...

Invece, qual è il momento più bello che ricordi nella tua carriera? E quello più “curioso”, particolare?

Cavoli... Penso che debba ancora venire quel giorno! Mi piacerebbe andare a far rock nel Cile. Mi basterebbe, oggi come oggi, andarci pure solo con la mia chitarra acustica ed una maglietta con scritto "
Eat my dust you insensitive fuck" E coi capelli lunghi a cantare una canzone mezza in italiano e mezza in spagnolo e mezza in inglese. La gente mi guarderebbe e direbbe “Ah ma è questo Mimmo Parisi?”, potrei presentare che so, magari “Quando Non 6 Totti O Ligabue” o qualcun'altra, l’importante nella carriera di un cantautore è portare a casa l’interesse degli ascoltatori! Sarebbe bello risvegliare la loro curiosità… Quella sarebbe una grande cosa da ricordare nei secoli. Dopo direi: è stata la sensazione che più mi ha colpito davanti a tantissima gente, mai visto tanta gente: io ero da solo, con le gambe che mi tremavano, con la chitarra e quella maglietta (ride ndg).

Cosa ti sentiresti di consigliare a chi vuole tentare la strada della musica?

Premesso che io parlo, ovviamente solo da portatore di esperienza ma non di successo ahimè! A chi comincia adesso posso solo raccontare che è veramente dura perché la qualità di quello che passa sta davvero scarseggiando e soprattutto gli spazi sono sempre più angusti. Forse consiglierei di fare come faccio io, cercare di far successo ma non cercare il successo. Lì è veramente questione di posti e persone e fortune giuste, non ci sono altre strade. In ogni caso, provare a scuotere gli animi conviene.

Ottima risposta, non è da tutti rinunciare a usare la solita retorica del ‘dai che ce la fai...’

Odio quel tipo di ragionamento. Non è assolutamente negativo chiarire come stanno le cose nella realtà. Poi succede pure che una porta si apra e il culo ti porta lontano. Tanto meglio, no?

Che ne pensi dei talent show?

Se dai talent show esce buona musica sono contentissimo, ma non mi pare sia questo il caso. Quando succederà sarò il primo ad appoggiarli, per il resto ci sono cose scontate e cose poco interessanti.

 


Bene Mimmo, con questo abbiamo finito, mi permetto di farti un complimento se posso: sei uno dei pochi cantautori che crede nella musica rock di marca italiana e che dà spazio ad arrangiamenti da band...

Grazie (ride ndg), il fatto è che il mestiere l’ho imparato proprio nelle band e questo si sente: è un marchio puntuale...

Ancora una cosa: chi sono le Winx?

Mah, questo dovresti chiederlo a chi le ha inventate. Tra l’altro sono un prodotto italianissimo. Mi sembra che abbiano, i loro narratori, la sede nel centro Italia. Per me e da fruitore/osservatore dei fenomeni sociali, comunque, sono delle ragazzine fortunate che hanno avuto un successo strepitoso in tutto il mondo. La loro età è sintomatica, tutte intorno ai 17 anni: l’età dei cambiamenti e delle insicurezze. L’età che vede un sacco di adolescenti in guerra col loro essere fatte di pensiero e corpo. Con “6 Una Winx” ho voluto avvisare questa sterminata marea di ragazze che le Winx, quindi i modelli irraggiungibili sia per la loro bellezza, sia per la loro indiscutibile carica di capacità extra umane e sia, non da ultimo, per la loro immarcescibile (visto che se la carta la si brucia esse restano comunque nelle teste di chi le ama) status di eroine disegnate e animate, quando sono ‘fuori servizio’ sono esattamente come loro. Insomma al mattino le Winx sono insonnolite e si lavano i denti come tutti gli esseri umani… anche se loro umane umane non lo sono! E poi ho voluto citare anche qualcosa del grande Bruce Springsteen (più precisamente una sequenza di parole che si trova in una sua canzone dove parla di girare per il mondo con nelle mani un martello e una torcia. Con la seconda brucia e con la prima ricostruisce). Non facciamo tutti così? In fondo i giorni della vita sono delle ciambelle che a volte nascono storte e senza buco… Sì, purtroppo è la cruda realtà. Quindi, non lo vivono anche le Winx ‘fuori servizio’ il giorno noioso? Allora (mi permetto di parlare in questo breve frangente solo alle ragazzine in preda al panico dell’adolescenza e dei primi problemi da ‘para adulti’) amiche mie questa canzone è per voi, ascoltatela e tiratevi su, e se non riuscite a volare come loro, beh, poco male, loro sono cartoni, voi boccioli di fiori pronti a far innamorare tutto il mondo vero!


Vuoi aggiungere altro?

Ai lettori voglio dire un’ultima cosa: ascoltate buona musica e, se vi piace il rock, ricordate che il rock non è solo una chitarra distorta... ma non fatela mancare, altrimenti si rischia di fare il Cynar senza carciofi!


Servizio di Aldo Arcangeli
Grafica di Piero Balilla


Intervista a Mimmo Parisi
Intervista






1 commento:

  1. I dolori più forti, quelli più intensi, quelli che nemmeno si vedono. Quelli che nonostante noi ci mettiamo tutto l'impegno del mondo per scacciarli e non abbatterci; "ci mettono a terra" senza scampo. I dolori più forti ce li portiamo dentro e nemmeno il tempo riuscirà a cancellarli. Tuttavia bisogna che la strada venga percorsa con un minimo di serenità. Poi bisogna accettare le asperità. Ciao Mimmo.

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