giovedì 6 giugno 2013

Quali sono i prossimi muri da abbattere?

Testata
1989 la caduta del Muro di Berlino
NOV
09
Quelli della tecnologia, dei saperi inaccessibili, della resistenza ai cambiamenti. Oggi gli scienziati ne parlano a Berlino. Quali sono quelli invisibili? Qui lanciamo un progetto. Iniziamo a identificarli

22 anni fa cadeva il muro di Berlino. Quali sono i prossimi muri da abbattere?

Il nove novembre del 1989 è crollato il muro di Berlino.
Nel tonfo si sono frantumate ideologie e categorie che avevano ingessato divisioni e differenze. L’entusiasmo di quel crollo ha fatto pensare (credere) che con i mattoni sarebbero cadute anche molte divisioni e differenze. Così è stato. In parte. Viviamo un mondo più connesso ma non più in pace. Muri (di ferro, cemento, rete e laterizi) ce ne sono ancora molti. Dividono Paesi, città e popoli: dalla Cisgiordadina alla Corea. La barriera che attraversava Gorizia è caduta solo nel 2004 (l’ho passata mentre dall’altra parte gli abitanti asserragliati in una scuola sparavano ai loro ex compagni nella strada). Al limite dei muri succedono cose orribili. Di quanto accade lungo lo sbarramento metallico tra Tijuana e San Diegone scrive spesso sul Corriere Guido Olimpio. Sono muri reali e fisici.
Molti altri muri sono rimasti. Dal 2009, proprio a Berlino, il 9 novembre scienziati, filosofi e ricercatori cercano di identificarli, portando con le loro scoperte e studi le possibili strade per farli crollare. Anche quest’anno alla Falling Walls si cercherà nel futuro la comprensione del mondo di domani, come è nello spirito della conferenza che riunisce le avanguardie mondiali con gli speeck di venti ricercatori.
Parleranno dei muri della tecnologia, della chimica sostenibile, di energie (cliccate qui per leggere il programma e le sintesi delle conferenze).Analizzeranno, portando punti di vista e strumenti, il divario sociale, la conoscenza inaccessibile, la digitalizzazione, la resistenza ai cambiamenti. Il compito di ognuno è rispondere a un’unica domanda:
Quali sono i prossimi muri da abbattere?
Noi abbiamo un progetto per identificare i muri che ci riguardano. Vogliamo farlo da qui, dalla 27esima ora per poi portarli a Berlino all’edizione 2012 della Falling Walls,  attraverso Timu, piattaforma digitale nata per creare inchieste partecipate
Con i muri dobbiamo fare i conti anche noi.
Quando parliamo dei limiti della presenza delle donne nel mercato del lavoro, quando mettiamo a confronto maternità e paternità, quando cerchiamo soluzioni che ridefiniscano il ruolo femminile e maschile.
Muri ne percepiamo anche nelle risposte e nelle aggressioni che arrivano alla 27esima ora: nell’accusa di “lagna” ogni volta che si segnalanodifferenze e strade ancora da percorrere. Quando cerchiamo di affrontare le barriere che mettono le donne ai margini e allo stesso tempo compromettono il futuro (e l’economia) dell’intero Paese.
Quali sono i muri che frenano le donne, quelli che le stesse le donne innalzano? Quelli che impediscono a uomini e donne di accettare che la parità comincia con l’educazione, la cultura? E non fanno riconoscere che si comincia a casa, alla lavatrice e al fornello, che si parte dall’asilo, perché essere alla pari diventi ovvio nella società e nelle nostre teste. Tutte.
Quali sono i muri da abbattere per vedere che il cambiamento oltre che possibile è neccessario. Per gli uni e per le altre. Che non si tratta di ribaltaneto di ruoli nè di lotte.
Quali sono i muri da abbattere per la dignità delle donne?
Quelli che ci impediscono di essere pari nelle opportunità di lavoro esentirci cittadine per strada; quelli, eretti da una cultura maschile secolare, che tengono ancora divise, nella mentalità diffusa, la responsabilità pubblica dell’uomo e quella privata della donna, come sostiene Lea Melandri. 
 Muri invisibili e difficili da nominare perché considerati confini naturali come le montagne e i mari. Muri come la schiavitù del codice unico di bellezza. Muri che abbiamo abbattuto e i muri che restano a dividere: concreti, fisici e metaforici, ma non per questo meno ingombranti per la convivenza tra uomini e donne, e, più in generale, tra diversi.
Alcuni li conosciamo altri dovremmo riuscire a identificarli.
IL PROGETTO - Identifichiamo quei MURI attraverso la 27esima ora. Poi attraverso Timu, la piattaforma della Fondazione ahref che “aiuta” a fare squadra, lanciamo i temi per costruire alcune inchieste partecipate.La più interessante sarà a Berlino alla Falling Walls 2012.
Cominciamo quindi, anche noi a rispondere alla domanda del Falling Walls e proviamo a identificare ed elecare muri visbili e invisibili 


CHE COSA E’ UN’INCHIESTA PARTECIPATA
un’inchiesta fatta in squadra, dai cittadini, persone di ogni genere e opinione, associazioni, comunità, giornali e giornalisti.Accomunati da un metodo per il quale ciscuno lavora con accuratezza, verifica le notizie e pratica la trasparenza, un metodo che mette insieme l’uso dei social media e dei media tradizionali, gli strumenti della ricerca e della conoscenza in prima persona. Il risultato potrà essere fatto di testi, video, docu web
Quello che conta è che sarà un lavoro a più voci, più punti di vista. Plurale e aperto. Non era forse questa la promessa del tonfo di ogni mattone del muro di Berlino?




I VOSTRI COMMENTI
77
  • Ok!
    10.11 | 19:41 Giulia Morris
    Ora ho compreso. Il termine “Capisce” voleva essere indagatorio, assertivo in sé e sicuramente – come ben dice lei – stupito. Sono certa che Miss sa benissimo di cosa stiamo parlando. Non oso mai sottovalutare nessun* – ci mancherebbe altro. Grazie ancora!
  • @Luisa Pronzato
    11.11 | 14:42 MissPiggy
    Grazie per i “complimenti”, signora Pronzato, se permette rispondo io per me. Io ho detto in tutti i post che bisogna guardare tutti i crimini di omicidio, perché bisogna dare il peso ad ogni problema (e con questo non voglio certo negarli).
  • numeri
    12.11 | 13:09 usvzzr
    pagina 128, tab IV.17 del citato rapporto
    il 67% degli omicidi commessi da donne hanno come vittime i maschi
    il 24.6% degli omicidi commessi da uomini hanno come vittime donne
    il problema nasce dal fatto che il 92.9% degli omicidi sono commessi da maschi (pag 126)
    ma a volerci vedere un orientamento sessista, non so come mi verrebbe da interpretare i dati.
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Luisa Pronzato
Luisa Pronzato | Alla mia età, molte fanno il lifting. Io mi sono gettata nell'online. Intrigata, soprattutto da idee e creatività che ruotano intorno all’impalpabile byte. Urticata dalla Rete, resto una deficiente digitale, senza sensi di colpa per il gap con i trentenni ma propensa a indagare filosofie e aperture dello zero punto due. Credevo che, noi ragazze (e soprattutto le nuove generazioni), ce l'avessimo fatta: diverse certo dagli uomini, ma diverse come qualsiasi individuo. E invece ho l'impressione che si sia tornate a essere "sesso debole". Allergica ai moralismi, mi ritrovo a indignarmi persino di una vetrina fatta da manichini con mutande e calzoni abbassati. Per fortuna mi indigno pure di altro. Sono, con orgoglio, lo stereotipo della zitella (lascio ad altre i doveri della single). Pasionaria, non rinuncio agli entusiasmi. Fotografo per esercitare occhio e mente e continuare a raccontare. Con le immagini
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Un po' ridicolo, no?
06.06 | 19:41 Fenix19
Cara Giulia
06.06 | 19:39 Luke1972
@ TrumHead
06.06 | 19:06 Fenix19
@giorgiosd
06.06 | 18:39 Perla_nera
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